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Provincia di Livorno. Centro provinciale d'igiene mentale

Sede: Livorno
Date di esistenza: 1958 - 1978

Intestazioni:
Provincia di Livorno. Centro provinciale d'igiene mentale, Livorno, 1958 - 1978 circa, SIUSA

Altre denominazioni:
Consultorio d'igiene mentale, 1958 - 1973

La provincia di Livorno non ha mai avuto un manicomio sul proprio territorio. Per i ricoveri ricorreva a strutture esterne, anche fuori dal territorio provinciale, oppure a strutture non asilari nella zona.
Dai primi anni Cinquanta l'amministrazione provinciale decise di avvalersi, per le visite alle persone assistite dall'ente, della consulenza del neuropsichiatra Adriano Poggiali, aiuto presso la Clinica delle malattie nervose e mentali dell'Università di Pisa e libero docente. Per meglio strutturare e specializzare tale servizio, si decise di istituire un apposito dispensario psichiatrico, rivolto a minori e adulti.
Nel 1953 fu approvato un primo schema di regolamento per un Consultorio d'igiene mentale, formalmente istituito nel 1955. L'incarico di organizzarne il funzionamento fu affidato a Vito Longo, direttore della Clinica delle malattie nervose e mentali dell'Università di Siena. Per l'effettiva apertura fu necessario aspettare il 13 aprile 1958, quando la struttura fu inaugurata come istituzione alle dirette dipendenze della Provincia. Il tempo trascorso tra la progettazione e l'inaugurazione dipese dalle molte pregiudiziali avanzate dalla Giunta provinciale amministrativa (GPA) e dal Consiglio provinciale di sanità per un servizio non previsto dai vigenti Disposizioni sui manicomi e gli alienati (1904) e successivo regolamento attuativo (1909).
Gli scopi del Consultorio erano la diagnosi, la cura e la prevenzione delle malattie mentali, la vigilanza dei dimessi dal manicomio e degli affidati a custodia domestica, nonché la "divulgazione e propaganda delle norme e dei precetti di igiene mentale". Nella prassi, svolgeva visite ambulatoriali, assegnava medicinali e decideva sull'invio dei pazienti in luoghi di cura. Presso il servizio erano impiegati uno psichiatra per gli adulti e uno per i minori, un neuroendocrinologo, uno psicologo e un'assistente sanitaria visitatrice. Era dotato di impianto elettroencefalografico e di reattivi psicometrici.
Per assicurare un'efficace assistenza psichiatrica su tutto il territorio, l'amministrazione promosse, già dai primi anni Sessanta, l'ampliamento del Consultorio e l'estensione della sua azione. Furono così aperti centri distaccati a Cecina, Piombino e Portoferraio, assunto nuovo personale e conferiti incarichi di consulenza.
Nel 1963 le province di Livorno e Pisa costituirono un consorzio interprovinciale per la gestione del Frenocomio San Girolamo di Volterra. L'anno dopo il Consiglio provinciale livornese, allo scopo di riordinare complessivamente i servizi psichiatrici, predispose un nuovo regolamento per il Consultorio. La GPA oppose però, ancora una volta, numerose pregiudiziali.
Con legge n. 431 del 18 marzo 1968 (detta Mariotti), riguardante le "provvidenze per l'assistenza psichiatrica", i Centri di igiene e profilassi mentale e il personale ad essi assegnato furono regolamentati. La Provincia di Livorno adeguò il regolamento del 1964 al nuovo quadro normativo. La GPA, anche in questo caso, oppose varie osservazioni che furono recepite in altrettante delibere.
Nel 1973 il Consultorio divenne Centro provinciale d'igiene mentale, con una strutturazione più solida. Le attività prevedevano la ricerca e l'accertamento dei casi di malattia mentale, la profilassi e la prevenzione, le proposte di ricovero dei pazienti in luoghi di cura, le prestazioni ambulatoriali, l'assistenza domestica e il reinserimento sociale.
Nell'ambito della medicina scolastica, il Centro assicurava il servizio medico specialistico ad ogni scuola della provincia, in base a quanto stabilito dal Dpr 264/1961 e relativo regolamento approvato con Dpr 1518/1967; presso la scuola "A. Maria Agnoletti" di Livorno stabilì un servizio di assistenza medico-psico-pedagogica. Manteneva inoltre rapporti e collegamenti con l'ospedale psichiatrico di Volterra - anche organizzando viaggi per i parenti che volevano fare una visita ai propri cari ricoverati -, gli istituti medico-psico-pedagogici o gli altri luoghi di cura dove erano ricoverati livornesi.
Le prestazioni del servizio erano gratuite per tutti i cittadini della provincia di Livorno che ne avevano diritto. Per ogni persona assistita era aperto un fascicolo individuale, che conteneva una parte sanitaria e una sociale, compilata da un apposito servizio.
L'attività del Centro si rivolgeva a tutto il territorio provinciale, che per una migliore pianificazione dell'attività fu diviso in quattro zone: Livorno e Collesalvetti; Cecina, Rosignano Marittimo, Bibbona, Castagneto Carducci, Sassetta; Piombino, Campiglia Marittima, Suvereto, San Vincenzo; Portoferraio e Capraia. Per i servizi nelle varie aree, oltre alla sede di Livorno, furono istituite tre sezioni distaccate chiamate Centri di medicina e assistenza sociale, con sedi a Cecina, Piombino e Portoferraio. La pianta organica prevedeva: direttore neuropsichiatra, aiuto neuropsichiatra, assistente pedopsichiatra, psicologo, assistente psichiatrica, assistente sociale, assistente terapista, assistente sanitaria visitatrice, infermiera. Tra gli amministrativi: segretari con compito di tenere l'archivio e la corrispondenza; due uscieri.
La direzione del servizio era stata assegnata, dal 1968, a Bruno Poggiali. Formatosi presso la Clinica delle malattie nervose e mentali dell'Università di Pisa, aveva già avuto incarichi dalla Provincia come consulente neuropsichiatra infantile (1963-1965; 1967-1968).
Poggiali si legò progressivamente alla cosiddetta psichiatria alternativa e a metà degli anni Settanta fu tra i fondatori della sezione livornese di Psichiatria democratica, associazione costituita da Franco Basaglia nel '73. Sotto la sua guida il Centro si diffuse con sempre maggiore capillarità sul territorio provinciale. Furono avviati percorsi di deistituzionalizzazione e reinserimento sociale, cercando di creare soluzioni di vita alternative per i dimessi; si intensificarono le visite domiciliari; si promossero inchieste e indagini sociali e attività nei quartieri della città; furono stabiliti contatti e collaborazioni con gli operatori del manicomio di Volterra, che già tra 1972 e 1973 avevano iniziato a proiettarsi sul territorio con equipe multiprofessionali e più massicciamente dal 1975, quando la direzione dell'ospedale psichiatrico fu assunta da Carmelo Pellicanò, orientato in senso anti-manicomiale. A causa della scarsità di strutture di ricovero sul territorio, per le dimissioni delle persone che non potevano fare ritorno in famiglia, si scelse di appoggiarsi a strutture per anziani come l'Istituto Giovanni Pascoli di Livorno la Casa cardinale Maffi di Cecina.
Nel 1975, con un atto dell'amministrazione provinciale uscente, il personale del CIM fu unificato con quello delle Scuole speciali medico-psico-pedagogiche, istituite nell'anno scolastico 1962-1963.
A fine anni Settanta il Centro aveva raggiunto una notevole diffusione territoriale, con un personale così composto: per le zone di Livorno e Cecina, da un direttore psichiatra, un pedopsichiatra, uno psicologo, un'assistente psichiatrica, quattro assistenti sociali e due assistenti sanitarie; per quelle di Piombino e Portoferraio, da uno psichiatra, uno psicologo, due assistenti sociali e un'assistente sanitaria.
Tra 1977 e 1978, su richiesta degli operatori del Centro, i servizi psichiatrici furono organizzati in distretti coincidenti con i Consorzi sociosanitari. Con la L.180/1978, che stabiliva la chiusura degli OP, e con la riforma delle Unità Sanitarie Locali stabilita dalla L. 833/1978 che istituì il Servizio Sanitario Nazionale, i vari servizi psichiatrici sul territorio livornese passarono per competenza alle USL e successivamente alle ASL.


Condizione giuridica:
pubblico

Tipologia del soggetto produttore:
ente sanitario

Soggetti produttori:
Provincia di Livorno. Scuola speciale medico-psico-pedagogica, collegato

Complessi archivistici prodotti:
Provincia di Livorno. Centro provinciale d'igiene mentale (fondo)


Bibliografia:
Giampiero Paladini, Maurizio Formichini, Vincenzo Bini, I Servizi psichiatrici a Livorno: Volterra, il Centro di Igiene Mentale, l'Unità Operativa Psichiatrica, in Associazione Intercomunale n. 13, Comune di Livorno, La Ragione degli Altri. La psichiatria alternativa a Livorno: un percorso di cultura, Livorno, Comune, 1984, pp. 23-26.
Ivonio Santini, Il Consultorio di igiene mentale, "La Provincia di Livorno", 1, 1960, pp. 14-16.

Redazione e revisione:
Fiorani Matteo - borsista di ricerca Dip. SAGAS - Università di Firenze, 2016/04/30
Guarnieri Patrizia - prof. di storia contemporanea Dip. SAGAS - Università di Firenze, 2016/04/30


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