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Diagnosi e terapia della malattia tromboembolica

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Diagnosi e terapia della malattia tromboembolica
Antonino Cartabellotta

Evidence 2013;5(2): e1000035 doi: 10.4470/E1000035

Pubblicato: 28 febbraio 2013

Copyright: © 2013 Cartabellotta. Questo è un articolo open-access, distribuito con licenza Creative Commons Attribution, che ne consente l’utilizzo, la distribuzione e la riproduzione su qualsiasi supporto esclusivamente per fini non commerciali, a condizione di riportare sempre autore e citazione originale.

La malattia tromboembolica (MTE) spazia da forme asintomatiche di trombosi venosa profonda (TVP) a casi fatali di embolia polmonare (EP). Anche le forme non fatali di MTE possono determinare gravi conseguenze a lungo termine, come la sindrome post-trombotica o l’ipertensione polmonare cronica.

Per ridurre l’estrema variabilitĂ  della pratica clinica, questo articolo sintetizza le piĂą recenti raccomandazioni del National Institute for Health and Clinical Excellence (NICE) sulla diagnosi e il trattamento della MTE sospetta o confermata, fatta eccezione per le donne in gravidanza (1). Le raccomandazioni del NICE sono basate su una revisione sistematica delle migliori evidenze disponibili e sull’esplicita considerazione della costo-efficacia degli interventi sanitari. Quando le evidenze sono limitate, le raccomandazioni si basano sull’esperienza del gruppo che ha prodotto la linea guida – Guidelines Development Group (GDG) – e sulle norme di buona pratica clinica. I livelli di evidenza delle raccomandazioni cliniche sono indicati in corsivo tra parentesi quadre.

1. Diagnosi di trombosi venosa profonda

  • Se un paziente presenta segni o sintomi di TVP, valutare attentamente i dati della storia e dell’esame obiettivo per escludere altre cause. [Raccomandazione basata sull’esperienza e l’opinione del GDG]
  • Nei pazienti con sospetta TVP e score di Wells ≥ 2 (TVP probabile, Tabella 1), eseguire:
    • un’ecografia delle vene prossimali della gamba entro 4 ore e, se negativa, un test del D-dimero, oppure
    • il D-dimero, se l’ecografia non è fattibile nei tempi richiesti, somministrando per 24 ore un anticoagulante per via parenterale, in attesa di eseguire l’ecografia entro 24 ore. Ripetere l’ecografia dopo 6-8 giorni in tutti i pazienti con D-dimero positivo e ecografia negativa.
  • Nei pazienti con sospetta TVP e score di Wells ≤ 1 (TVP improbabile, Tabella 1), eseguire un test del D-dimero. Se il risultato è positivo:
    • eseguire un’ecografia delle vene prossimali della gamba entro 4 ore;
    • se l’ecografia non è fattibile nei tempi richiesti somministrare per 24 ore un anticoagulante per via parenterale, in attesa di eseguire l’ecografia entro 24 ore.
[Raccomandazioni basate su evidenze di qualità da moderata a molto bassa da meta-analisi di studi diagnostici, da singoli studi diagnostici e da trial controllati randomizzati e su un’analisi di costo-efficacia con limiti potenzialmente severi e parziale applicabilità diretta. I timing sono stati definiti sull’esperienza e l’opinione del GDG]

2. Diagnosi di embolia polmonare

  • Nei pazienti con sospetta EP e score di Wells > 4 (EP probabile, Tabella 2), eseguire immediatamente un’angio-TC polmonare oppure, se non disponibile, somministrare subito un anticoagulante per via parenterale in attesa di eseguire l’angio-TC polmonare. Valutare l’opportunitĂ  di eseguire un’ecografia delle vene prossimali della gamba se l’angio-TC è negativa e si sospetta una TVP.
  • Nei pazienti con sospetta EP e score di Wells ≤ 4 (EP improbabile), eseguire il D-dimero. Se il risultato è positivo, eseguire immediatamente un’angio-TC polmonare oppure, se non disponibile, somministrare subito un anticoagulante parenterale in attesa di eseguire l’angio-TC polmonare.

[Raccomandazioni basate su evidenze di qualitĂ  da moderata a molto bassa da studi diagnostici e trial controllati randomizzati e su un modello economico con limiti potenzialmente molto severi e applicabilitĂ  diretta]

3. Terapia farmacologica nei pazienti con diagnosi confermata di trombosi venosa profonda o embolia polmonare

  • Somministrare eparina a basso peso molecolare (EBPM) o fondaparinux, tenendo in considerazione comorbiditĂ , controindicazioni e costo dei farmaci, con le seguenti eccezioni:
    • ai pazienti con severa compromissione della funzionalitĂ  renale o conclamata insufficienza renale (velocitĂ  di filtrazione glomerulare < 30 ml/min), somministrare eparina non frazionata, aggiustando il dosaggio sul tempo di tromboplastina parziale attivata, oppure EBPM aggiustando il dosaggio secondo l’attivitĂ  anti-Fattore X
    • nei pazienti a rischio di emorragia, considerare l’eparina non frazionata
    • ai pazienti con EP emodinamicamente instabili, somministrare eparina non frazionata e valutare l’opportunitĂ  della trombolisi.

Iniziare il prima possibile la somministrazione di EBPM, di fondaparinux o di eparina non frazionata e continuare la terapia sino al 5° giorno, oppure sino a quando l’INR, aggiustato per gli antagonisti della vitamina K (si veda raccomandazione successiva), raggiunge un valore = 2 per almeno 24 ore.
[Raccomandazioni basate su evidenze di qualità da moderata a molto bassa da trial controllati randomizzati e su studi di costo-efficacia con limiti potenzialmente molto severi e applicabilità parziale per tipo di farmaco. Gli altri aspetti si basano sull’esperienza e l’opinione del GDG e su informazioni dall’autorizzazione all’immissione in commercio dei prodotti]

  • Somministrare EBPM ai pazienti con neoplasie in fase attiva e TVP prossimale o EP confermata, continuando la terapia per 6 mesi. [Raccomandazione basata su evidenze di qualitĂ  da moderata a molto bassa da trial controllati randomizzati e su studi di costo-efficacia con limiti potenzialmente molto severi e applicabilitĂ  parziale]. A sei mesi valutare rischi e benefici di continuare il trattamento anticoagulante. [Raccomandazione basata sull’opinione del GDG]
  • Somministrare antagonisti della vitamina K per almeno 3 mesi ai pazienti con EP “non giustificata”, che non presentano cioè pregressi fattori di rischio maggiore per MTE e che non assumono terapie ormonali (contraccettivi orali o terapia ormonale sostitutiva), o con neoplasie in fase attiva, trombofilia, o familiaritĂ  per MTE, perchĂ© questi sono fattori di rischio che rimangono costanti. Tenere in considerazione sia il rischio di una recidiva di MTE, sia il rischio di emorragia. Discutere con il paziente benefici e rischi di proseguire il trattamento con antagonisti della vitamina K. [Raccomandazione basata su evidenze di qualitĂ  molto bassa da trial controllati randomizzati e su un modello economico originale con limiti potenzialmente molto severi e applicabilitĂ  parziale]
  • Considerare di proseguire oltre i 3 mesi il trattamento con antagonisti della vitamina K nei pazienti in cui la TVP prossimale è “non giustificata”, se il rischio di recidiva è elevato e non c’è rischio aggiuntivo di emorragia maggiore. Discutere con il paziente benefici e rischi di proseguire il trattamento con antagonisti della vitamina K. [Raccomandazione basata su evidenze di qualitĂ  da moderata a molto bassa da trial controllati randomizzati e su un modello economico originale con limiti potenzialmente molto severi e applicabilitĂ  parziale]

4. Trombolisi nei pazienti con trombosi venosa profonda

  • Considerare la trombolisi catetere-guidata nei pazienti con TVP ilio-femorale sintomatica in presenza di tutti i seguenti fattori: sintomi che persistono da meno di 14 giorni, status funzionale adeguato, aspettativa di vita = 1 anno e basso rischio di emorragia. [Raccomandazione basata su evidenze di qualitĂ  da moderata a molto bassa da trial controllati randomizzati. I fattori specifici si basano sull’esperienza e l’opinione del GDG]

5. Interventi meccanici

  • Prescrivere gambaletti a compressione graduata, con una pressione alla caviglia > 23 mmHg, ai pazienti con TVP prossimale una settimana dopo la diagnosi, oppure quando il gonfiore si è sufficientemente ridotto e non sussistono controindicazioni.
  • Consigliare ai pazienti di indossare i gambaletti per almeno due anni e assicurarsi che vengano sostituiti 2-3 volte l’anno o secondo le istruzioni del produttore. Ricordare ai pazienti di indossare il gambaletto solo sulla gamba interessata.

[Raccomandazioni basate su evidenze di qualità moderata da trial controllati randomizzati e su una semplice analisi dei costi. I dettagli sulla compressione si basano sull’esperienza e l’opinione del GDG]

6. Test per la diagnosi di neoplasia occulta

  • Sottoporre tutti i pazienti con TVP o EP “non giustificate” nei quali non è stata diagnosticata una neoplasia a: visita medica guidata dalla storia completa del paziente, Rx torace, emocromo completo, calcemia, test di funzionalitĂ  epatica ed esame delle urine. [Raccomandazione basata su evidenze di qualitĂ  molto bassa da trial controllati randomizzati]
  • Effettuare TAC addome e pelvi (e mammografia nelle donne) in tutti i pazienti di etĂ  > 40 anni che presentano per la prima volta TPV o EP “non giustificata” nei quali la valutazione iniziale non ha rilevato segni o sintomi di neoplasia. [Raccomandazione basata su evidenze di qualitĂ  molto bassa da trial controllati randomizzati e su un’analisi di costo-efficacia con limiti potenzialmente molto severi e applicabilitĂ  parziale]

7. Test diagnostici per la trombofilia

  • Non effettuare test diagnostici per la trombofilia nei pazienti:
    • in terapia anticoagulante
    • con TVP o EP “giustificata”, ossia quelli che negli ultimi 3 mesi hanno avuto un transitorio fattore di rischio maggiore per la MTE: intervento chirurgico, trauma, immobilitĂ  prolungata (allettamento forzato, impossibilitĂ  a deambulare autonomamente, probabilitĂ  di trascorrere una parte considerevole della giornata a letto o su una sedia), gravidanza, puerperio
    • che assumono contraccettivi orali o terapia ormonale sostitutiva.
  • Considerare i test per gli anticorpi antifosfolipidi in pazienti che hanno avuto TVP o EP “non giustificata” se è in programma l’interruzione della terapia anticoagulante.
  • Considerare i test per la trombofilia ereditaria nei pazienti che hanno avuto TVP o EP “non giustificata” con un parente di primo grado che ha avuto TVP o EP se è in programma l’interruzione del trattamento anticoagulante.
  • Non effettuare di routine test per la trombofilia in parenti di primo grado di pazienti con una storia di TVP o EP e trombofilia.

[Raccomandazioni basate sull’esperienza e l’opinione del GDG]

8. Quali potenziali ostacoli per l’implementazione?
Anche se è importante potere eseguire i test diagnostici nelle tempistiche raccomandate, il GDG riconosce potenziali difficoltà e ritardi di accesso per angio-TC polmonare, scintigrafia polmonare ventilatoria-perfusoria o ecografia, specialmente durante i weekend, le notti e i giorni festivi. Pertanto il GDG ha raccomandato il trattamento anticoagulante temporaneo e i tempi massimi entro i quali effettuare i test diagnostici.

La trombolisi catetere-guidata, raccomandata in alcuni pazienti, è un intervento relativamente poco utilizzato che può comportare implicazioni sulle risorse per i centri che non dispongono di questo trattamento e devono predisporre innovazioni strutturali/organizzative o accordi di fornitura con altre strutture.

Nei pazienti neoplastici dovrebbe essere somministrata EBPM per via sottocutanea invece degli antagonisti della vitamina K per via orale: tuttavia i pazienti che non sono in grado di praticare autonomamente le iniezioni giornaliere possono richiedere l’aiuto di un caregiver o di un infermiere. Se possibile, pazienti e caregivers dovrebbero essere formati sulle tecniche di iniezione, per limitare la necessità dell’infermiere, che potenzialmente incrementa i costi.

Anche la raccomandazione di valutare a 3 mesi rischi e benefici di proseguire il trattamento con antagonisti della vitamina K può avere risvolti clinici, organizzativi ed economici. I fattori associati al rischio di recidiva dopo un evento tromboembolico iniziale “ingiustificato” sono ancora oggetto di dibattito: sesso maschile, sindrome post-trombotica, obesità, aumento del D-dimero dopo interruzione del trattamento anticoagulante. Poiché non esistono semplici regole empiriche o strumenti validati per predire accuratamente questi rischi, tali decisioni spesso richiedono un setting specialistico.

9. Quali raccomandazioni per la ricerca futura?

  • Qual è l’efficacia e la costo-efficacia di un’ecografia completa della gamba rispetto a un’ecografia delle vene prossimali per la diagnosi della TVP acuta?
  • Qual è l’efficacia e la costo-efficacia del trattamento anticoagulante orale a lungo termine in particolari sottogruppi di pazienti al primo episodio “ingiustificato” di MTE?
  • In pazienti con MTE e neoplasia attiva che hanno ricevuto per 6 mesi terapia anticoagulante con eparina a basso peso molecolare, qual è l’efficacia (in termini di recidiva della MTE, mortalitĂ  per tutte le cause, emorragia maggiore) e la costo-efficacia di un trattamento anticoagulante continuato con EBPM vs antagonisti della vitamina K?
  • Nel trattamento della TVP acuta prossimale, qual è l’efficacia e la costo-efficacia della trombolisi farmacologica catetere-guidata o della trombolisi farmaco-meccanica rispetto alla terapia anticoagulante?
  • Nei pazienti con EP confermata, emodinamicamente stabili con disfunzione del ventricolo destro, qual è l’efficacia e la costo-efficacia della trombolisi sistemica rispetto alla terapia anticoagulante iniziale?