Maiuri F
1, De Sio S
2
1Tecnologo CNR-ITC
2 Ricercatore Confermato di Medicina del Lavoro - Dipartimento di Scienze Anatomiche, Istologiche, Medico Legali e dell’Apparato Locomotore, “Sapienza” Università di Roma
Maiuri F
1, De Sio S
2
1Tecnologo CNR-ITC
2 Ricercatore Confermato di Medicina del Lavoro - Dipartimento di Scienze Anatomiche, Istologiche, Medico Legali e dell’Apparato Locomotore, “Sapienza” Università di Roma
Citation: Maiuri F, De Sio S. Radon con acqua: un pessimo cocktail
. Prevent Res, published on line 06. Sep. 2012, P&R Public. 28.
Available from:
http://www.preventionandresearch.com/. doi: 10.7362/2240-2594.073.2012
doi:
10.7362/2240-2594.073.2012
Parole chiave: radon, acqua, indoor, cancro del polmone, informazione
Abstract
Introduzione: Il Radon è un gas naturale radioattivo che appartiene alla famiglia dei gas nobili. È prodotto dal decadimento nucleare del Radio all’interno della catena di decadimento dell’Uranio 238, un metallo denso e radioattivo contenuto in alcune rocce della crosta terrestre, in particolar modo nelle lave, tufi, pozzolane, in alcuni graniti etc. Sebbene le concentrazioni di Radon siano maggiori nei materiali di origine vulcanica, spesso si riscontra una sua elevata quantità anche nelle rocce sedimentarie come marmi, marne etc. Poiché si tratta di un gas inerte, si muove liberamente attraverso il materiale poroso, come il terreno e i frammenti di roccia, e può dissolversi nell'acqua e venirne trasportato. L'introduzione nel corpo umano avviene mediante l'inalazione del gas presente in aria o l'ingestione dello stesso disciolto in acqua. Se inalato o ingerito, è molto pericoloso per la salute umana poiché le particelle di decadimento emesse possono danneggiare il Dna delle cellule colpite e causare cancro al polmone ed altre patologie da esposizione ad agenti radioattivi. Sulla base delle consolidate evidenze scientifiche acquisite, l’Oms, attraverso l’International Agency for Research on Cancer (Iarc), ha classificato il Radon appartenente al gruppo 1 delle sostanze cancerogene per l’essere umano.
Obiettivi: Lo scopo principale di questo articolo è certamente quello perseguito dall’OMS nel suo “Handbook on indoor Radon”, pubblicato nel 2009, e cioè quello di far conoscere e sensibilizzare la popolazione sui rischi legati all’esposizione al gas Radon, ma in particolare si vuol porre l’accento su una via di esposizione finora francamente sottostimata, ovvero quella che avviene attraverso il contatto con acque contenenti sostanze radioattive destinate al consumo o all’uso umano. La necessità di rivalutare gli effetti del gas Radon disciolto in acqua e non solo di quello presente nell’aria in ambienti confinati, è stata recentemente recepita dalla Commissione Europea che con la sua proposta di Direttiva del Consiglio- COM(2012) 147 final - del 28/03/2012, che stabilisce i requisiti per la tutela della salute della popolazione relativamente alle sostanze radioattive presenti nelle acque destinate al consumo umano, include il Radon nel campo d’azione della Direttiva. Un serio problema per l’informazione e la sensibilizzazione dei cittadini nei confronti dei rischi legati al Radon deriva certamente dal fatto che questo gas naturale non è molto conosciuto e, forse proprio in quanto sostanza naturale e non determinata da inquinamento antropico, potrebbe non essere percepita come un rischio reale per la salute da parte dei cittadini.
Metodi: Viene riportata la recente letteratura sui meccanismi di ingresso e di concentrazione del Radon nell’acqua per consumo umano, sugli effetti sulla salute e sui metodi di prevenzione possibili, e sulla Normativa vigente in questo campo, alla luce delle recenti direttive prodotte in seno al Consiglio dell’Unione Europea.
Conclusioni: Perché la pubblica opinione percepisce come rischio per la salute alcuni fattori presenti nell’ambiente e ne ignora o ne sottovaluta invece altri ? Sicuramente la percezione del rischio è determinata dal grado di informazione fornita ai cittadini, sia essa quella proveniente dall’ambiente scientifico e sia essa quella promossa dagli organi di informazione e dalla stampa. Il problema della esposizione al Radon negli ambienti confinati rischia di appartenere a questa categoria di pericoli poco divulgati e di rischi scarsamente percepiti. Ancor più i rischi connessi con la sua presenza nelle acque per uso domestico sono stati forse in passato scarsamente valutati. La corretta informazione dei cittadini e la loro sensibilizzazione ai rischi legati al Radon nonché l’aggiornamento costante delle norme a prevenzione ed a tutela della salute, determinato dal progresso degli studi scientifici, restano lo strumento preventivo fondamentale per incrementare la lotta alle patologie umane ad esso correlate.
Autore di riferimento: Francesco Maiuri
Tecnologo CNR-ITC
e-mail:
info@preventionandresearch.com